Airplane! (in memoria di Leslie Nielsen)

Oggi ho preso il mio terzo volo, sono tornato a Londra dopo l’esame finale del Master in Screen Translation a Forlì e un paio di giorni di visita a PSE, e ho un dubbio.

La prima volta che ho volato, all’atterraggio c’è stato un applauso da parte di alcuni passeggeri nei confronti del pilota. L’ho raccontato e m’è stato risposto: «erano italiani, vero?». Vero, ma io ero al mio primo volo, che ne sapevo, magari dovevo applaudire pure io, mah.

Al rientro in Italia la reazione all’atterraggio è stata molto più silenziosa, quasi assente, forse perché eravamo partiti di mattina presto ed eravamo tutti stanchi, mah.

Oggi il delirio: all’atterraggio (un pochino turbolento, a dire il vero) è partito un boato d’applausi e di Bravo!, mah.

Ho guardato le mie compagne di fila e le nostre reazioni, in ordine cronologico, sono state queste:

Prima tipa: «Come se non fosse il suo lavoro.»

Seconda tipa: «Forse non sono abituati a volare.»

Io: «’Sticazzi.»

Qui sta il dilemma: portare a termine un atterraggio non è certo un compito semplice, il 70% degli incidenti avviene proprio in fase di avvicinamento al suolo e d’atterraggio, ma c’è anche da dire che il loro numero è molto basso, e che comunque uno conta di atterrare tranquillamente, checcàcchio.

-m4p-

– Leslie Nielsen is dead.

– Surely you cannot be serious.

– I am serious. And don’t call me Shirley.

R.I.P.